La recensione

"Parole di seta"

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"Nomadismo e ironia: Gina Labriola, Raffaella Spera, Vito Riviello"
di Ettore Catalano
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Gina Labriola, di Chiaromonte, ci offre l'esempio di una poesia nomade, divisa e lacerata tra le radici lucane, tormentosamente avvertite sempre, ora come rischioso limite, ora come pietra di paragone di altre patrie e altre esperienze, e i sostrati linguistico-espressivi persiani, spagnoli, francesi con cui la lingua e la cultura della Labriola sono entrate in contatto e scambio conflittuale. Interessanti sono i risultati di tali incroci e flussi socio-culturali, soprattutto nelle loro ripercussioni interne, affettive, sentimentali, echi nella coscienza di un io poetico che fatica a venir fuori da un'idea e pratica della poesia come lirica, fiabesco e insieme crudele esercizio che si ricompone intorno ad una contrastata e affascinante genesi individualistica. Il dato significativo sta nel fatto che l'appello alle radici lucane è quanto mai ininfluente ai fini della conoscenza del mondo esterno, realtà che, per Gina Labriola, non è mai interlocutore effettivo, è sfondo, prima, poi si fa materia macerata, struggimento e strazio del "dentro". Già la prima raccolta poetica del 1972, Istanti d'amore ibernato, si svolgeva a partire da una sorta di accanimento antibozzettistico, perseguito con rigore e crudeltà, ondeggiando tra il fascino dei modelli persiani, il ricordo dei classici e l'arrembante consapevolezza della fine del mondo chiuso e protetto della mitologia persiana, ora contemplato con stregonesca malizia, ora ricordato con un'effusività al limite della temuta insorgenza vocativa delle radici. Alveare di specchi (1974) lavora ad approfondire il senso del distacco, acquistando una sua tentante allure magico-fiabesca, nella quale la durata poetica sembra ormai al riparo dalla nostalgia-legame con le eredità lucane e si libera in spazi mediterranei popolati dall'insolenza dei rifiuti e dai silenziosi ricatti di un assoluto poetico che, a volte, emerge con preoccupanti accenti di rimpianto. Dopo sei anni appare, nel 1980, In uno specchio la fenice, a provvisoria conclusione di una lunga, inquietante crisi e del nomadismo e del vissuto esistenziale e della stessa funzionalità della poesia : ne scaturisce una decisa volontà di scavo, una tenacia conoscitiva che non ha più paura di scendere nei calanchi della storia  e nell'intrico delle radici, per capire e per capirsi: un desiderio di far versi che non può non scontrarsi con l'evidenza di una condizione di perplessità e di precarietà che investe, insieme all'identità del poeta, la stessa tenuta espressiva della poesia . L'esserci a metà diventa l'imbarazzante cifra di una ricerca che si avverte immobile e si vorrebbe dinamica e finisce con l'immergersi nelle profondità del proprio gorgo interiore, in una moderna odissea nella quale, tuttavia, non c'è mai un'Itaca a servire da punto di arrivo. Fantasma con flauto (1981) sembra vivace conferma di una conquistata maturità poetica che si ostina a vivere, nell'inquietante tema del Doppio, il trauma delle radici strappate, rimosse, ricercate e l'ansia di costruirsi trappole e ragnatele in cui cadere con la bruciante coscienza di una costante ambiguità di ruoli, di un continuo tradimento da parte di quella stessa parole poetica nel cui luminoso inganno la poetessa-baccante continua a muoversi.
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in LE ROSE E I TERREMOTI "La poesia in Basilicata da Scotellaro a Nigro" di Ettore Catalano, Edizioni Osanna Venosa,  p.p. 34-35

ETTORE CATALANO
1986, pp. 286, formato 12.3 x 19, ISBN 88-8167-061-5

lire 22.000

Il saggio critico e i testi poetici raccolti tentano di costruire l’immagine di un processo storico-culturale che, dalla visione di una "poesia della Basilicata" conduce ormai ad una nozione di "poesia in Basilicata".

Si tratta di un denso e documentato contributo al presente della poesia lucana, al di là di ogni polemica regionalistica e dentro una rigorosa scansione storica e culturale.

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Gina Labriola è presente nelle seguenti antologie critiche:

 

La lucania e il suo patrimonio culturale,
a cura di Giuseppe Appella e Francesco Sisinni,
Leonardo-De Luca Editor
i


Le lucane, I percorsi di scrittura femminile in Basilicata
,
di Rosa Maria Fusco,
Romeo Porfidio Editore


La svolta della rivolta
(in La rivolta dei poeti di Raffaele Nigro) Poesia e narrativa del '900 lucano,
di A. Lotierzo, A. Piromalli, R. Nigro, T. Spinelli
Antonio Capuano Editrice, 1988


Ricerca, Researche, Recherche
, a cura di Cleonice Panaro, Università degli Studi di lecce,  Dipartimento di Lingue e Letteratura Straniera,
Ed. Milella di "Lecce spazio vivo S.R.L." 2001


Quaderni humanitas, Poeti e scrittori lucani contemporanei, Atti sul corso della Letteratura Lucana, Associazione Humanitas,
Potenza, 1994


Da qui, Antologia della poesia e dei poeti mediterranei, a cura di Giuseppe Goffredo, Ed ARGO
Lecce 1993



JOURNAL OF THE FACULTY OF LETTERS, University of Teheran, Vol. XXII N° 3, 1976 Saggio su "l’Iran e la poesia di Gina Labriola"
di Monir Taha



 

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