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Andrè Pieyre de Mandiargues /Farah Diba /Monìr Taha
/ Eugenio Garin / Giorgio Barberi Squarotti/
Nadèr
Naderpùr / Vittorio G. Rossi / Vittorio Vittori / Cesare Zavattini / Carlo Betocchi /
Raffaele Grimaldi
Due lettere inedite di |
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Andrè Pieyre de
Mandiargues
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Paris, le 23 juillet 1988
Très chère
et très admirable Gina Labriola,
Merci,
infiniment merci pour vos bonnes nouvelles et pour votre livre, Poésie sur soi/e,
que je lis et relis avec un constant enchantement. Une uvre très originale dans la
poésie moderne italienne, avec quelque chose d'un peu japonais parfois, souvent cosmique,
toujours sensuelle, charnelle, chargées du sentiment de la mort autant que de la
présence de l'amour.
Ma main
m'obéit mal et j'ai peine à écrire ce bref billet, mais j'aimerais vous revoir, vous
dire aussi combien me plaisent les belles images de votre création. Mon préféré est
peut-être Come una sposa, mais rien ne le laisse indifférent !
Un fraterno
abbraccio de votre vieil ami
Andrè
Pieyre de Mandiargues
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Due lettere inedite della Regina
Sciah-Banù "Farah Diba"
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Una lettera inedita di |
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Monìr Taha |
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Faculty of Letters and Human Sciences
University of Tehran 1-11-1975
quest'anno ho
partecipato al sesto congresso delle ricerche iraniane all'Università di Azarabadegan ed
ho tenuto una conferenza intitolata "Iran e la poesia di Gina Labriola".
La conferenza ha
avuto enorme successo e per il momento sono felice di inviare il nastro registrato alla
radio. Molto presto sarà fatta
pubblicazione del tuo primo libro e ti farò avere altre notizie.
Ho letto anche il
tuo secondo libro, congratulazioni, veramente non trovo le parole adatte ad esprimere i
miei sentimenti.
Vorrei dire che la
tua vera e propria patria è l'Iran, il paese che ti ha fatto rinascere, ti ha dato una
vita vera. Con tutto il mio orgoglio vorrei considerarti una vera persiana cresciuta
altrove per caso, e che conserva in fondo a se stessa la lingua e l'anima del
suo paese: l'Iran, o la Persia come t u dici spesso...
Monìr Taha
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Una lettera inedite di |
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Eugenio Garin
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Eugenio Garin
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Una lettera inedita di |
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Giorgio Barberi
Squarotti |
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Gentile
Signora,
grazie del libro, che ho letto con
estremo interesse e viva partecipazione. E' un'opera davvero bella (se ancora posso usare
questa desueta parola, l'unica però che abbia un senso quando si parla di poesia): di una
straordinaria intensità lirica, fra memoria, meditazione, passione.
Ne parlerò presto, in un'altra
sede.
Con i miei migliori auguri e saluti
Giorgio Barberi
Squarotti
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Due lettere inedite di |
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Nadèr Naderpùr |
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Vous voyez que je vous ai écrit une bonne partie de ma lettre en
cette belle langue, mais mon vocabulaire italien n'est pas encore si riche...c'est
pourquoi j'ai laissé inachevée la première partie de cette lettre en italien.
........dans
ces jours-ci, je me souviens le plus souvent de vous, car je lis encore une fois tous vos
poèmes, spécialement ces que vous avez écrit pendant la période de notre
"sodalizio" poétique, pendant notre travail de traduction réciproque. Quelle
magnifique expérience ! La "casa del poeta" est maintenant vide, le poète se
promène dans votre beau pays, et vous, dites-moi, que faites-vous de ce beau printemps
avec votre petit Dariùsh ?
J'ai beaucoup
de choses à vous dire, mais depuis très longtemps je ne vous ai pas écrit, car, quand
les paroles fourmillent en moi, je me sens incapable de les rendre communicables.........
Nadèr Naderpùr
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Una lettera inedita di
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Vittorio G. Rossi |
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Vittorio G. Rossi
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Una lettera inedita di |
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Vittorio Vittori |
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Le
sono molto grato di avermi voluto inviare il Suo nuovo libro "In uno specchio la
Fenice", dove, leggendo e rileggendo, mi è possibile ricomporre con gioia e
meraviglia, tessera su tessera, il mosaico di una storia scritta tutta col sangue (e la
sapienza) del cuore, nel ritmo alterno di questi crolli crudeli e di questi miracolosi
recuperi grazie ai quali soltanto una sorte può diventare destino. E' così che un libro
esce dalla privata letteratura e diventa universalmente poesia: una continua tensione di
pensiero poetante, capace anche di alzarsi a una purità assoluta di canto come per
esempio in "Le stelle nel mio petto".
Mi propongo dunque di scrivere
presto una nota che sia qualcosa di più che una frettolosa recensione. E gliela manderò
appena uscita.
Intanto,
La saluto con ogni augurio migliore
Vittorio Vittori
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Una lettera inedita di
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Cesare Zavattini |
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Un discorso lungo ci
vorrebbe per l'Alveare di specchi" difficile con una persona come lei, cara
Gina, risentitissima verso la vita e perfino verso se stessa. E' fino al collo
nelle due poesie, quella formidabile della natura e della storia. Lei è sempre
"davanti a una porta di Kashan", non sa con quale battente bussare, finchè non
irromperà nell'inferno senza chiedere permesso a nessuno, e molto meno agli uomini
"specifici" che stima. La retta di cui lei parla, cara Gina, congiunge dei punti
che non sappiamo. E non sappiamo cosa nasconde "questa bestia di pietra".
Di Barcellona non so che dire. Come
se fossimo qualche anno indietro. Rispetto a che cosa? Credo non rispetto a noi. Restai
colpito tendenza nei dibattiti ad esaminare il passato, a farne una categoria....
Cesare Zavattini
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Una lettera inedita di |
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Carlo Betocchi |
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Carlo Betocchi
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Una lettera inedita di
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Raffaele Grimaldi |
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Gara
Gina,
ho avuto la fortuna, grazie al
consiglio di Maria Pina, di leggere la commedia "Istanti d'amore ibernati".
La
meditata interazione tra i dialoghi e i versi declamati da alcuni personaggi, che così si
caratterizzano, è stata davvero preziosa. Infatti, un passo lirico descrive in un istante
un complicato carattere e l'intimità delle aspirazioni o dei sogni. E così è stato per
il Professore di greco e la studentessa, che non raggiungeranno mai il proprio anelito, e
per la poetessa persiana, scossa dall'amore fulminante-fulminato e per il poeta
rivoluzionario che finisce col dimenticare la causa della sua rivoluzione. Di certo, la
tecnica rapida della commedia non poteva consentire l'introspezione dei personaggi e
l'escamotage artistico adoperato è stato di prim'ordine. Così come vi è lirica nella
nonna che vuole veder cresciuto il "proprio" nipote. Aleggia grande poesia in
tutto il testo. Un ulteriore aiuto è la scelta non casuale dei nomi Pirex da alambicco di
laboratorio e Crio che a dispetto del nome però si infiamma per una donna rosso-passione.
Poi c'è, pregevole, il colpo di scena finale con il ritornare a vivere degli ibernati,
contro ogni volontà propria o altrui. E c'è una perdente, quasi naturale. Compiuta la
sua missione, Brina non saprà mai se il risveglio della natura, che lei ha curato,
propiziandone il sonno, ha fatto sbocciare fiori o piante carnivore. Tutto nel rituale
cosmico di sbalzi tra dolori e gioie, che è la vera traccia narrante della Commedia.
Ti
ringrazio per avermi donato alcuni giorni di piacevole lettura. Cordiali saluti
Raffaele Grimaldi
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(I testi sono stati pubblicati per
gentile concessione della scrittrice, tutti i diritti sono riservati e la riproduzione
vietata)
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